Promozione e recupero di una antica tradizione locale sull’isola azzurra
A Capri l’oro ha il colore degli ulivi. Sull’isola azzurra una nuova associazione promuove e recupera la tradizione della coltura degli uliveti, un tempo praticata dagli abitanti di Capri ed Anacapri.
L’associazione “oro di Capri” ha lo scopo di curare le piante di ulivo dell’isola e tradurre la loro fatica nella produzione di olive, dunque, di olio pregiato. La presidenza onoraria de “L’oro di Capri” è stata affidata a Gianfranco D’Amato mentre il presidente esecutivo è Pierluigi Della Femina.
“Già facevamo questa cosa e adesso la stiamo riportando indietro nel tempo – spiega Della Femina – per riportare a Capri quello che già c’era: l’oro che viene dalla terra, dalle nostre origini, da cose lontane nel tempo. E noi umilmente stiamo cercando di fare delle cose pulite e sistemate”.
Il recupero degli uliveti include anche una buona gestione del territorio, ricostruendo quelli che una volta erano l’orgoglio dei capresi e che oggi in alcune zone giacciono dimenticati ed abbandonati, attraverso una gestione bio-sostenibile, attenta alla natura e all’ambiente. Il coordinatore del progetto, Carlo Lelj.
“Cerchiamo di utilizzare un sistema biologico di coltivazione, senza antiparassitari – spiega – soprattutto il grosso della lotta viene fatto con bottiglie che contengono un lievito che attrae la mosca, la cattura e non la fa più uscire”.
Di recente ha preso il via la raccolta delle olive che saranno trasportate in un frantoio a Massa Lubrense, nel Napoletano, per la trasformazione in olio.
Fonte: askanews